MONELLE CHITI

Monelle Chiti intervistata per Influencers Kings

Raccontaci di te e di come hai iniziato l’avventura da influencer.

Ciao a tutti! Mi chiamo Monelle Chiti e nonostante il nome francese sono italiana. I miei mi hanno dato questo nome perchè negli anni’80 andavano sempre in Francia ed una loro amica francese si chiamava come me, da lì quindi la scelta del nome. Sono nata in provincia di Firenze, ma mi sono trasferita a Milano poco più che ragazzina. Fotografo da sempre, ho fatto una scuola di Fotografia a Firenze e poi ho iniziato a lavorare come fotografa musicale e così ho scelto Milano perchè c’erano (e ci sono) un sacco di eventi e concerti. Fotografo persone sui palchi da quando ho 21 anni, e dopo anni e anni che fotografi solo persone è arrivato un momento in cui avevo voglia di cambiare un pò; così ho iniziato a fare lavori anche di still life per marchi di moda e beauty e da lì, visto che da sempre adoro scrivere e fotografare, si sono unite due delle mie passioni ed è iniziato il mio lavoro di influencer. Continuo comunque sempre a fotografare anche concerti e a scrivere però… diciamo che sono un’influencer un po’ anomala perchè prima di fare questo ho fatto un percorso molto diverso da tante mie colleghe, visto che per pagarmi studi, affitto e macchine fotografiche ho lavorato anche come receptionist e traduttrice per molti anni. Poi mi sono messa in proprio, ho conosciuto il mio ragazzo che lavora con me per le foto ed il blog e da lì sono partite le cose belle.

 

Mi definisco assolutamente una gattara!

Il tuo profilo è molto curato da un evidente e coerente editing fotografico. Scegli tu i filtri delle foto o la postproduzione e i colori? Usi delle app?

Tutto quello che vedi pubblicato è scelto ed edito da me. La maggior parte delle foto le ha scattate il mio fidanzato con il quale lavoro, ma la post produzione ed i colori sono opera mia. Ultimamente sto usando un filtro che ho creato io con l’app che tutti usano per le foto, ovvero LightRoom.

Ti piacciono i gatti e posi spesso con loro. Sono tutti tuoi, vivi con loro, e potrei quindi definirti anche “gattara”?

I gatti che vedi sono miei, si chiamano Junie e Otto, fratello e sorella di 3 anni. Gli altri che compaiono nelle mie Stories sono di amiche ed amici, io vivo solo con loro 2 – ed il mio ragazzo. Dico solo perchè se fosse per me ne avrei molti di più, ma non ho un giardino gigante e sono spesso via per lavoro, già due gatti ti assicuro che sono un impegno. Spesso io e Marco (il mio fidanzato) coccoliamo e accudiamo anche il cane dei suoi genitori, visto che anche loro non sempre sono a casa ed in un certo senso è come se fosse il mio cane, ma fisicamente non vive con me. Mi definisco quindi assolutamente una gattara, ma principalmente per il fatto che i gatti sono i miei animali domestici preferiti. In realtà adoro tutti gli animali, per questo magari vedi spesso cani, gatti ed altri animali nelle mie foto o Stories, perchè ogni occasione è buona per giocarci o fotografarli, ma Junie e Otto sono i miei due unici animali effettivi. Quando stavo in Toscana avevo pure le oche ed i cavalli, oltre a gatti, cani, conigli e galline. Crescere con così tanti animali attorno da quando sono nata mi ha fatto appunto adorare tutte le specie, ho infatti un rapporto stretto con loro, a volte più che con le persone, perchè ovviamente sono tra quelle che con gli animali ci parla – e sono sicura che mi capiscono pure.

Sei una persona molto fotogenica, molte delle tue pose sembrano assolutamente naturali e hai uno stile molto peculiare. Quanto sei consapevole della tua immagine esteriore?

Vuoi che risponda sinceramente? In realtà non molto. Ho iniziato a passare dall’altra parte dell’obiettivo anche per cercare di prendere più sicurezza e consapevolezza del mio aspetto esteriore perchè in particolar modo da ragazzina non mi piacevo affatto. Abitare a Milano mi ha fatto conoscere un ambiente molto fashion ma altrettanto distante da quello bucolico a cui ero abituata stando in campagna. Penso quindi di aver mixato questi due modi di vivere perchè, giusto per farti un esempio, non ho mai amato i tacchi e non li metto praticamente mai. Sicuramente però non rinuncio mai ad essere presentabile e vestita bene. La fotogenia quindi è arrivata con gli anni perchè più cresci più impari a valorizzare pregi e difetti, esattamente come impari a capire qual è una tua foto che può funzionare e quale no. Ad ogni modo cerco di essere sempre il più naturale possibile nelle foto, ma bisogna anche vedere cosa si sta andando a promuovere. Sono consapevole quindi di fare belle foto, ma la mia immagine esteriore non sempre la accetto volentieri. Come tutte le ragazze del resto.

Ci sono proposte da parte di brand che non apprezzi che hai rifiutato?

Direi molte. La risposta direi che è nella domanda in sè.

La prima cosa che fai quando apri gli occhi e l’ultima prima di chiuderli?

Partiamo dal fatto che durante la notte li apro molte volte visto che non ho mai avuto un sonno costante. Invidio quindi chi dorme 9/10 ore di fila, io non ci sono mai riuscita. Mi sveglio quindi spesso e il pensiero è sempre quello di andare a fare pipì. L’ultima prima di dormire dipende dalla giornata che ho avuto; a volte penso a quello che ho passato nelle 24 ore precedenti, a volte penso ad una o più persone, altre a quello che dovrò fare il giorno dopo, altre semplicemente a niente, e forse sono proprio le migliori perchè ti addormenti e basta.

Riesci a vivere solo di questo lavoro o ti occupi anche di altro?

Da qualche anno potrei vivere facendo solo l’influencer ma, come ho detto anche prima, non rinuncerei mai a fotografare e per questo continuo anche a lavorare come fotografa musicale ad eventi e concerti. Inoltre gestisco un ufficio stampa musicale, aiuto gruppi emergenti a farsi conoscere in radio e sui giornali. Prima di fare “solo” questo però ho fatto anche altri lavori più “normali”, come segretaria, receptionist e traduttrice perchè, prima di studiare fotografia, ho fatto lingue.

Se le cose con internet non fossero andate così, oggi, secondo te, cosa faresti?

Penso che avrei continuato a fare la traduttrice o molto probabilmente la fotografa. Come fotografa lavoravo anche quando i social non esistevano, ai tempi c’era solo MySpace e la carta stampata era molto più in voga di oggi. Lavoro con i giornali musicali e due quotidiani importanti da quando ho 22 anni, i social quindi non contano, penso che questo lavoro lo avrei portato avanti comunque. Devo dirti però che il primissimo lavoro che sognavo di fare quando ero bambina era fare la maestra, che poi, visto che sempre di comunicazione ed insegnamento si parla, è quello che in un certo senso ho portato anche nel mio lavoro da influencer.

Hai mai avuto disagi nella vita privata legati alla tua vita professionale da influencer?

Direi molti, in particolar modo con il mio fidanzato. Questo non tanto perchè non capisca il valore del mio lavoro, ma perchè fare questo mestiere ti porta spesso a legare vita privata e vita lavorativa. Marco al contrario di me non è una persona che gli piace raccontare gli affari propri, lui è un musicista e le sue cose le racconta cantando e suonando. Io invece da sempre sono una chiaccherona, mi piace parlare con tutti e raccontare le mie cose, e a volte è un pregio, altre no. Altre volte invece ho difficoltà a far capire alle persone che questo lavoro non è solo fare una foto e poi oziare tutto il giorno, ma che dietro c’è un lavoro incredibile tra scelta del look, scounting dello shooting, editing, approvazione del cliente, ore ed ore passate al pc, ore passate a prendere accordi ecc. ecc..

Non mi lamento di tutto ciò perchè adoro il mio lavoro, ma di certo non mi piace neppure che tanti pensino che sia figlia di papà (perchè tra parentesi diciamolo una volta per tutte, sono orfana da quando sono ragazzina) o che questo sia un lavoro facile. Come tutti i lavori, quindi, c’è sempre il pro e contro. Semplicemente io cerco di far vedere solo la parte bella, solitamente le cose brutte o i lati negativi della mia vita non li mostro mai, neppure quando recentemente il mio ragazzo è stato all’ospedale. Lui poi lo ha scritto sui social e allora mi sono arrivati un sacco di messaggi di solidarietà. In tanti casi può fare notizia, tante persone sui social scrivono tutto della loro vita perchè vogliono opinioni o consensi (vedi il dire pubblicamente al fidanzato che lo si ama), io invece cerco di far vedere solo i lati positivi e quelli non troppo personali. Ma ovviamente sono scelte ed ognuno fa come crede.

Ti relazioni personalmente con i brand che promuovi? Come arrivi ad un accordo che sia accettabile per entrambe le parti?

Mi relaziono con tutti i brand che promuovo perchè non sono seguita da nessuna agenzia, ho avuto proposte ma le ho sempre rifiutate. Voglio seguire personalmente i contatti con chi lavoro, sono fatta così, perchè credo che anche qua debba esserci uno scambio umano oltre lavorativo e visto che mi piace conoscere sempre gente nuova questa è una cosa bellissima. Per gli accordi invece dipende, a volte ti chiedono di fargli una proposta, mentre altre te la fanno loro. In sostanza l’importante, secondo me, è che venga valorizzato bene il prodotto e che la fee sia adeguata al lavoro che si va a fare. Se il cliente ti contatta sa già come lavori e sa che sicuramente avrà un certo tipo di lavoro, quindi spesso l’accordo sta nel trovare un’intesa sia personale che economica valida per entrambi. Calcola che ho rifiutato anche lavori perchè umanamente non mi trovavo bene con determinate persone. Per me l’accordo economico conta, sarei ipocrica a dirti il contrario, ma la cosa più importante è anche lavorare serenamente con le persone.

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